Lo Gnatologo e la Gnatologia Clinica

Parodontologia Brescia

Sapevate che spesso un dolore alla schiena può dipendere dai denti?

Non tutti, infatti, sanno che molti disturbi funzionali del cavo orale possono provocare scompensi a livello posturale, provocando forti nevralgie, cefalee, tensioni muscolari alla schiena, dolori alle gambe, dolori articolari, etc.

Difatti, esiste una stretta correlazione tra le due arcate dentali, i muscoli mandibolari e le ossa cranio-mandibolari. Spesso basta un riallineamento dei denti per risolvere diversi problemi di postura.

Una valida risposta a questo tipo di disturbi è, appunto, la gnatologia.

Che cos’è esattamente la Gnatologia?

La Gnatologia è una branca dell'odontoiatria che si interessa dello studio, della diagnosi e della cura di tutti gli aspetti anatomico-funzionali, dei disturbi e delle patologie, riguardanti l’apparato masticatorio, come ad esempio:

  • le parafunzioni neuro-muscolari;

  • il bruxismo;

  • le disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare;

  • i disordini cranio-cervico-mandibolari;

  • le sindromi algico-disfunzionali del sistema masticatorio.

L’oggetto principale di studio della gnatologia è l’anatomia ed il funzionamento della mandibola. Il movimento mandibolare è coadiuvato dall’articolazione temporo-mandibolare (ATM). 

Si tratta di un’articolazione doppia, formata da due capi articolari: la cavità glenoidea (superiore) ed il condilo mandibolare (inferiore). Tra i due capi vi è interposto il menisco articolare. Tutti i movimenti mandibolari coinvolgono entrambi i capi articolari.

I muscoli interessati nei movimenti articolari (chiusura, apertura, protrusione, retrusione e lateralità) sono 4: il massetere, il temporale, lo pterigoideo esterno e lo pterigoideo interno.

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A volte, si verificano delle anomalie nel funzionamento di questo complesso sistema ed insorgono i classici disturbi cranio-mandibolari, che richiedono l’intervento dello specialista.

La patologia articolare può essere asintomatica, oppure associata a sintomi di vario genere. Di solito il paziente avverte un forte dolore che si irradia su tutta la faccia, sul collo e sulle spalle.

Alcuni pazienti lamentano il classico blocco mandibolare o improvvisi rumori articolari (click o scroscio), durante l’apertura o la chiusura della mandibola; altri, invece, accusano forti cefalee, acufeni e vertigini.

Indipendentemente dal tipo di sintomo, è determinante contattare uno gnatologo già dalle prime lievi manifestazioni sintomatologiche. Aspettare che il disturbo passi da sé, non è la soluzione giusta al problema!

Chi è lo Gnatologo?

I disturbi cranio mandibolari possono essere distinti in due macro categorie:

  • Disturbi intracapsulari: che riguardano principalmente l’articolazione e possono essere: un’alterazione del condilo e del menisco, un’alterazione strutturale delle superfici articolari, oppure un’alterazione di natura infiammatoria.

  • Disturbi extracapsulari: che riguardano una iperattività funzionale dei muscoli che regolano la masticazione ed il movimento mandibolare.

Per quanto riguarda le cause, gli specialisti parlano di un’eziologia multifattoriale:

  • Malocclusioni: problemi di contatto fra i denti sono fattori che possono aggravare i disturbi cranio-mandibolari;

  • Parafunzioni: il serramento e il digrignamento (il bruxismo) sono spesso associati ai disturbi cranio-mandibolari. Questi disturbi possono provocare un forte affaticamento muscolare, dolori nella regione dell’articolazione temporo-mandibolare, cefalee e addirittura il classico click mandibolare;

  • Postura: alterazioni a livello posturale possono influenzare il sistema cranio-mandibolare;

  • Altre cause: alla base dei disturbi cranio-mandibolari possono esserci anche delle fratture ossee riguardanti la mandibola ed il condilo.

Indipendentemente dall’origine della causa, è determinante sottoporsi tempestivamente ad una visita di controllo per effettuare una giusta diagnosi ed elaborare una corretta terapia.

In cosa consiste la diagnosi gnatologica?

Prima di iniziare un iter terapeutico, lo specialista richiede una dettagliata diagnosi gnatologica, ossia una valutazione medica che permette una conoscenza più approfondita di tutta la situazione neuromuscolare del soggetto.
Durante una diagnosi gnatologica vengono utilizzati una serie di strumenti in grado di esaminare, nei minimi particolari, il caso del singolo paziente. A tale scopo, vengono utilizzati:

  • L’Elettromiografo: uno strumento utilizzato per monitorare l’attività elettrica dei muscoli masticatori.

  • Il kinesiografo: uno strumento che permette di tracciare i singoli movimenti mandibolari nel corso di determinati esercizi (apertura/chiusura), oltre che di calcolare lo spazio libero interocclusale.

  • TENS: è un’elettrostimolazione a basso voltaggio del V paio di nervi cranici, che permette di resettare lo stato di affaticamento della muscolatura masticatoria, riportandone le fibre ad una lunghezza prossima a quella ottimale.

  • La pedana stabilometrica: statica e dinamica, che serve a valutare la simmetria corporea e l’assetto posturale globale del paziente.

  • Il polisonnigrafo: uno strumento che permette di rilevare i movimenti muscolari della mandibola durante le fasi notturne (apnee notturne, sindrome ostruttiva OSAS, etc.).

Gli obiettivi principali del trattamento gnatologico

I disturbi temporo-mandibolari sono patologie muscolo scheletriche che a volte possono essere recidivanti o cronicizzate.
Per questo motivo, gli obiettivi principali di un trattamento gnatologico sono:

  • la diminuzione o la definitiva scomparsa del dolore articolare e del dolore muscolare;

  • il benessere generale di tutto l’organismo, a partire dal suo assetto scheletrico.

Come in tutti i trattamenti è indispensabile la comunicazione e la fiducia tra lo specialista ed il paziente. Un presupposto fondamentale, se si vogliono ottenere i risultati ipotizzati. Prendersi cura di sé stessi vuol dire seguire alla lettera le indicazioni dello gnatologo, ossia mantenere i denti sempre ben puliti, portare il bite secondo i modi ed i tempi indicati, comunicare tempestivamente eventuali variazioni nell'assetto del bite. Insomma, basta veramente poco per tornare a sorridere!

Che cos’è il bite?

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Si tratta di una mascherina in resina, progettata su misura del paziente, in seguito ad una attenta analisi del caso. 

È un apparecchio mobile che permette di ripristinare il corretto rapporto tra le due arcate dentali, e di decontrarre la muscolatura dell’articolazione temporo-mandibolare.

La mascherina, generalmente, deve essere indossata solo durante la notte, ma in relazione alla complessità del caso, a volte è possibile che vengano prescritti anche bite diurni, oppure specifici bite per svolgere determinate attività sportive.

Il paziente è in grado di gestire il dispositivo in modo del tutto autonomo, seguendo le indicazioni dello gnatologo.

Terapia gnatologica

Una volta effettuata la diagnosi, viene impostata la terapia più idonea per la risoluzione del problema.
L’approccio terapeutico si differenzia in:

  • Sintomatico mediante l’assunzione di farmaci che agiscono a livello della muscolatura, favorendone il rilasciamento. Questo tipo di terapia è particolarmente indicata per i pazienti che presentano un ipertono muscolare, legato a disturbi come il bruxismo o il serramento dentale;

  • Sintomatico mediante l’impiego di particolari dispositivi occlusali (bite, splint): apparecchi che permettono di stabilizzare un’arcata, generando un cambiamento del contatto occlusale e dell’attività muscolare.

Terapia posturale

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Come si è visto, esistono strette correlazioni tra i disturbi dell’ATM e la postura. Di conseguenza, un disturbo all’articolazione temporo mandibolare può avere effetti deleteri sulla postura. Ricordiamo che:

  • Una differenza di lunghezza tra i denti

  • Un’eccessiva spaziatura tra i denti

  • Una diminuzione dello spazio libero

Possono essere possibili cause di seri disturbi posturali. In caso, ad esempio, di denti con varie lunghezze, i muscoli masticatori sono costretti ad agire in modo asimmetrico, esercitando un’intensità superiore a quella fisiologicamente necessaria. La mandibola, in questo modo, avrà un movimento torsivo. Questo evento può scatenare sintomatologie dolorose, per lo più, localizzate nella zona dell’articolazione temporo mandibolare, dell’orecchio e della testa.   

La postura è un problema complesso e multifattoriale.

E’ compito del posturologo elaborare una giusta diagnosi per la risoluzione del problema.  Nel caso specifico dell’atm che, di solito, è una delle articolazioni maggiormente implicate negli squilibri posturali, la collaborazione tra dentista e posturologo è a dir poco determinante per la pianificazione di tutto l’iter terapeutico.

Qualora la diagnosi evidenzi un problema posturale, causato da un’alterazione dell’atm, il primo intervento deve essere quello del dentista con l’utilizzo di un bite. Una mascherina mobile, solitamente posizionata sull’arcata dentaria inferiore, che ha il compito di correggere il contatto dentale e il posizionamento dell’articolazione temporo-mandibolare.

Altre tecniche utilizzate a tale scopo sono: il Metodo Mézières, la RPG ed il Rolfing.

Terapia di mantenimento

Non è possibile stabilire a priori per quanto tempo è necessario portare gli apparecchi di mantenimento (bite, etc), tutto dipende da come si spostano i singoli denti.

A volte bastano alcuni mesi per risolvere il problema e a volte non basta una vita. Non è escluso che si possa ridurre la frequenza del loro utilizzo nel tempo, con la possibilità di aumentarla di nuovo, in caso di una recidiva.

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