Endodonzia

I tuoi denti sono un bene prezioso: abbine cura!

Endodonzia Brescia

L’Endodonzia è quella branca dell’Odontoiatria che si occupa dello studio e della cura di tutte le patologie che danneggiano, irreversibilmente, i tessuti più interni del dente, ossia tutto ciò che riguarda la polpa dentale. Il dentista specializzato in questo tipo di trattamenti è l’endodontista.

Una carie, un trauma, un processo infiammatorio (parodontite), un intervento non riuscito, possono provocare infezioni alla polpa dentaria, un tessuto molle, altamente vascolarizzato, ricco di terminazioni nervose, vasi linfatici e cellule connettivali.

La polpa è il vero cuore pulsante del dente, si estende dalla camera pulpare, presente all’interno della corona, fino all’apice della radice dentale

Sottoporsi ad una mirata terapia canalare, o devitalizzazione, permette di salvare i denti, evitando i tradizionali interventi chirurgici di estrazione dentale.

L'obiettivo del trattamento endodontico, conosciuto anche con il termine di “devitalizzazione” o cura canalare, consiste nel rimuovere il tessuto infetto ed eseguire un’operazione antibatterica lungo il canale radicolare, per poi passare ad un’otturazione ermetica. In poche parole, consente di conservare l’elemento dentale, salvaguardando tutti i tessuti circostanti.

Oggi la moderna Endodonzia utilizza strumenti e materiali, di ultimissima generazione, altamente sofisticati, che garantiscono risultati eccellenti, come ad esempio:

  • Il raggio laser (grazie alla sua potente azione antibatterica, permette di decontaminare, quasi del tutto, il canale radicolare);

  • il microscopio operatorio;

  • i biomateriali;

  • la strumentazione in leghe speciali.

Gli obiettivi di una terapia endodontica sono 2:

  • Biologici: trattamento delle Malattie della Polpa Dentaria ed il raggiungimento di un sigillo apicale del dente.

  • Anatomo-Funzionali: conservazione del dente nell’arcata dentaria, nel rispetto degli obiettivi biologici, anatomo-funzionali ed estetici.

Come ci accorgiamo se un dente è cariato?

Prima di capire come riconoscere una carie, è bene sapere di cosa si tratta.  La parola deriva dal latino, “caries”, che significa cavità vuota. Si tratta di una malattia infettiva, degenerativa, che interessa inizialmente, i tessuti esterni del dente, ossia lo smalto e la dentina, per poi arrivare a danneggiare la polpa del dente. Generalmente, all’inizio del processo cariogeno, i sintomi sono talmente lievi da non indurre preoccupazione nel paziente, che avverte più un semplice fastidio che un vero e proprio dolore.

Endodonzia

Esistono però tre campanelli di allarme, che dovrebbero spingere il paziente a contattare lo specialista, in tempi brevi, ovvero:

  • una particolare sensibilità del dente ai cibi o bevande calde o fredde;

  • un dolore pungente durante la masticazione;

  • eccessiva sensibilità a tutto ciò che è acido e particolarmente dolce.

Per diagnosticare la presenza di una carie è necessario sottoporsi ad un controllo specialistico e ad esami mirati. Evitiamo le classiche auto-diagnosi, perché solo chi possiede competenze specifiche e soprattutto mediche è in grado di valutare attentamente la situazione.

Ricordiamo che molte carie trascurate hanno portato a situazioni particolarmente gravi e complesse, come la formazione di granulomi, cisti e perdita dei denti.

Il più delle volte la paura di un intervento chirurgico frena il paziente, facendolo temporeggiare, ma non dimentichiamo che la carie è una malattia degenerativa ed in questi casi la tempestività è tutto.

Come viene effettuato un trattamento endodontico?

Trattamenti di Endodonzia Brescia

Perdere i propri denti naturali, oltre ad essere un vero e proprio shock è anche la causa di molte alterazioni, che possono danneggiare il corretto sviluppo dei denti adiacenti, provocando serie disfunzioni al sistema stomatognatico.

Il trattamento endodontico, o devitalizzazione, permette di salvare i denti, senza danneggiare l’equilibrio di tutta la bocca. L’intervento consiste in alcuni passaggi, ben precisi:

  • 1. Nel rimuovere la polpa dentaria infetta, presente all’interno del canale radicolare;

  • 2. Nel detergere con l’ipoclorito e l’acqua ossigenata tutto il canale radicolare;

  • 3. Nella preparazione 3D del Sistema dei Canali Radicolari e nella successiva sagomatura;

  • 4. Nella sigillatura permanente tramite l’utilizzo di materiale bio compatibile (la guttaperca ed il cemento canalare).

Completato il trattamento, è fondamentale sottoporsi, almeno ogni 6 mesi, ad una visita di controllo, per valutare lo stato di salute dei denti canalizzati.

Quali sono le tecniche endodontiche maggiormente utilizzate?

Di solito si tende a suddividere le tecniche endodontiche in due macro categorie:

  • LA TECNICA ORTOGRADA: terapia operata attraverso la via canonica di accesso all'interno del dente, ossia la classica terapia canalare, conosciuta anche come devitalizzazione;

  • LA TECNICA RETROGRADA: ossia l’intervento di apicectomia, che consiste nell’asportare una parte della radice del dente.

Poi esiste anche un altro trattamento endodontico utilizzato solo sui denti decidui: la pulpotomia. Si tratta di un intervento chirurgico che permette di asportare la parte superiore della polpa del dente, per preservare la porzione di tessuto molle sottostante. La parte di polpa rimanente viene trattata con Idrossido di Calcio.

È doloroso un trattamento endodontico?

Partiamo con il dire che ogni trattamento endodontico, in quanto particolarmente delicato, deve essere eseguito sotto anestesia o locale o addirittura totale, in base alla complessità del caso.

Di solito gli specialisti, durante l’intervento chirurgico utilizzano una diga di gomma, che permette di isolare il campo operatorio, di evitare che il paziente ingerisca detriti dentali o liquidi disinfettanti e di effettuare prestazioni chirurgiche qualitativamente migliori.

Non è escluso che il paziente possa avvertire un leggero fastidio post operatorio, facilmente gestibile assumendo specifici farmaci analgesici, prescritti dallo specialista.

A volte si possono verificare delle complicanze, come lo sviluppo di un ascesso, con relativo gonfiore dell’osso mascellare o mandibolare: aggravamenti che non pregiudicano il successo dell’intervento.

È fondamentale, durante tutta la durata del trattamento, non masticare cibi particolarmente duri, che potrebbero essere causa di inutili fratture.

Non dimentichiamo che un dente trattato risulta più fragile di un dente vitale, per questo, il più delle volte, lo specialista tende ad utilizzare una corona artificiale, che permette di preservarlo da possibili incrinature o fratture.

Che cos’è un granuloma apicale?

Quando si parla di granuloma apicale si intende quella parte della superficie superiore del tessuto osseo dentale ormai morta.

Si tratta di una patologia particolarmente frequente negli adulti ed è rappresentata radiograficamente da una radiotrasparenza, presente sull’apice radicolare del dente.

I batteri, responsabili della patologia, producono tossine che fuoriescono dall’apice, diffondendosi lungo i tessuti circostanti e procurando serie reazioni infiammatorie di tipo antigene-anticorpo, che culminano con il riassorbimento osseo periapicale e la comparsa di tessuto infiammatorio.

Questo tipo di patologia può essere curata solo attraverso un intervento chirurgico endodontico.

Come si forma un ascesso?

Di solito una delle paure più grandi per i pazienti è proprio la formazione di un ascesso dentale. Si tratta di un accumulo di pus, detriti cellulari e globuli bianchi, che va a depositarsi tra la gengiva, l’osso e la polpa, provocando un dolore acuto, che si irradia in tutta la bocca del paziente.

La formazione dell’ascesso dipende principalmente da due fattori:

  • dalla viralità dei batteri;

  • dalle difese immunitarie dell’organismo.

In base al punto esatto in cui compare l’infezione, abbiamo: un ascesso periapicale, gengivale o parodontale. E’ necessario riconoscerne, tempestivamente, la tipologia, per una buona pianificazione della cura.

Di solito l’ascesso gengivale è quello più facilmente riconoscibile e curabile.

Dovendo eliminare l’infezione il dentista procede, solitamente, prescrivendo una cura farmacologica di tipo antibiotico. Solo in casi estremi si valuta la possibilità di un piccolo intervento chirurgico per l’eliminazione del pus.

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